Ossigeno per l'informazione: dati monitoraggio primo semestre 2025
La tendenza violenta nei confronti di chi informa è in crescita e l'ordigno davanti casa di Sigfrido Ranucci è stato solo l'ultimo caso in ordine di tempo.
Secondo Ossigeno, sono quasi 8mila gli operatori dell'informazione attaccati per via del loro lavoro dall'inizio dell'osservazione, nel 2006.
Solo nei primi sei mesi del 2025 i cronisti che hanno subìto intimidazioni sono stati 361, contro i 203 dello stesso periodo nel 2024. Sono quasi raddoppiati.
11 Novembre 2025
Il numero degli episodi intimidatori classificati come deliberate violazioni della libertà di informazione è aumentato del 46%: sono stati 107 i casi di questo tipo, rispetto ai 73 del primo semestre 2024.
Le minacce provenienti da esponenti pubblici sono aumentate di 10 punti percentuali (ora sono il 39%); oltre la metà provengono da istituzioni locali (comunali o regionali) che in un terzo dei casi fanno ricorso a querele pretestuose, ma pure a minacce social o insulti (questi ultimi in salita del 17%). Il 33% delle intimidazioni sono di origine sociale, 12% di provenienza sconosciuta, l'8% da imprenditori, il 4% da criminali e il 3% di derivazione mediatica.
A livello territoriale, Lombardia (27%), Lazio (16%) e Sicilia (13%) restano le regioni con il più alto numero di minacciati. Ma l'Abruzzo - che registra il 3% delle vittime totali - peggiora la sua posizione in classifica per quanto riguarda la pressione intimidatoria (il rapporto fra minacciati e popolazione giornalista). Crescono pure gli episodi di aggressione, ma sono le azioni legali pretestuose, le Slapp, a restare la seconda forma più utilizzata, dopo gli avvertimenti, per intimidire i giornalisti.
Tra gli aspetti più preoccupanti, c'è la crescente tendenza a non denunciare gli abusi fisici e verbali: nell'81% dei casi le vittime preferiscono non affidarsi alla giustizia, mentre nello stesso periodo del 2024 si trattava 'soltanto' di una persona su due. Diminuiscono le minacce di genere, ma anche stavolta cresce la tendenza a non segnalarle.
Si tratta di numeri limitati alle segnalazioni ottenute da Ossigeno, che opera in maniera indipendente. I dati del 2024 (quando l'associazione aveva contato 516 minacciati) superano quelli degli osservatori del Ministero dell'Interno (114), del Media Freedom Rapid Response (125) e del Consiglio d'Europa (8). E, comunque, "secondo noi nei primi mesi del 2025 ci sono stati molti più di 361 minacciati", ha commentato Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno.
Un altro segno di un clima "complesso" per i giornalisti, come l'ha definito Stefano Ferrante, segretario di Stampa Romana, in cui è difficile persino avere un termometro che indichi la loro condizione. Nel corso dell'incontro, è stata discussa la necessità di trovare una soluzione, anche attraverso il recepimento della normativa anti-Slapp contro le liti temerarie. Uno dei temi al centro del tavolo sui giornalisti minacciati che, come annunciato da Paola Spadari, segretaria del Consiglio nazionale dell'Ordine, è stato convocato per il prossimo 3 novembre.
Intanto, Ossigeno ha proposto la creazione di un pronto soccorso nazionale gratuito per chi riceve querele pretestuose e non ha l'assistenza del proprio editore. Un servizio per il quale Ossigeno mette a disposizione il suo Sportello di assistenza legale, che dal 2015 a oggi ha assistito 100 giornalisti riportando il 98% di vittorie.


