Recenti fatti di cronaca hanno messo a nudo la fragilità delle persone e minato la credibilità di un giornalismo che pare aver dimenticato la continenza ed il rispetto per il dolore dei protagonisti, loro malgrado. Titoli che alimentano la morbosità, testi reiterati, certezze venute meno nel giro di poche ore e mantenute, sia pure nella vaghezza delle ipotesi, per più giorni, impongono alla categoria una riflessione non casuale.
Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti si farà carico di organizzare alcuni appuntamenti nell’ambito dei corsi di formazione professionale, ma nel frattempo chiede ai colleghi, impegnati sul fronte della cronaca, di porsi soltanto una domanda: “Ma se i protagonisti fossero miei congiunti, nello stendere un resoconto dell’episodio quale tono userei”?
La nostra credibilità passa anche da qui.